<<L’architettura non è mera opera muratoriale ma luogo di riflessione sul mondo, di interrogazione sul principio “archè” che anima tutte le cose>>.
A.Cuomo
<<Dentro di noi c’è un divino principio di crescita verso un qualche fine e di conseguenza scegliamo come buono tutto ciò che è in armonia con questa legge, tendiamo alla luce spiritualmente come la pianta vi tende fisicamente. Quando sentiamo che una cosa è bella è perché istintivamente riconosciamo la sua giustezza. Ciò significa che abbiamo aperto a noi stessi uno spiraglio su alcunché che essenzialmente appartiene anche alla nostra natura profonda.>>
F. L. Wright
Questo spiraglio che si apre è il centro di gravità che fa intravedere quella luce che viene dall’interno della vita stessa e che si riconosce anche fuori ma che trova il suo compimento nel far fiorire qualcosa che è già dentro di noi e portarlo alla luce. Nel rendere visibile l’invisibile.
L’Armonia che si percepisce è quel che si può definire BELLEZZA.
Progettare è un termine che deriva dal latino: pro avanti jacere gettare, significa perciò ‘gettare avanti’, ‘gettare oltre’, progettare è la concretizzazione di quel che sentiamo e che è sempre proiettato avanti rispetto a noi.
Il progetto è la cura che si ha di sé, delle altre persone, del proprio mondo. L’amore più reale.
Non è solo un foglio di carta sporcato con disegni squadrati.
Il progetto è l’anima della vita.
Ogni uomo è chiamato ad essere felice.
L’uomo è felice quando riesce ad essere sè stesso, aderente alla sua verità più intrinseca, recondita ed autentica.
Ogni uomo è chiamato a vivere stando in piedi, ben fermo, cinti i fianchi con la “Verità”, pronto a partire….
Verità deriva da un termine greco “ALETEHIA” che significa SVELARE una cosa che è nascosta e che deve venire alla luce, significa anche riuscire a riformulare la realtà progettandola, come un’opera di architettura.
La verità per essere svelata ha bisogno di coraggio ed autenticità.
L’abitare – dicono i filosofi – rappresenta l’azione propria dell’uomo che riflette e che non subisce semplicemente la vita; l’uomo abita la casa proprio perché non si limita a subire l’esistenza e le fatiche del vivere.
Per questo “abitare” assume il senso del prendersi cura, cura di sé, ma anche cura degli altri.
La casa è intesa non come spazio statico, ma come luogo di relazioni, di equilibri tra interno ed esterno e tra bisogni e desideri, tra intelligenza e ragione, per essere, in ultima istanza, luogo in cui l’uomo si prende cura della vita.
La casa è tutto per chi la abita. E’ il proprio mondo e la parte più intima di ognuno è dove essere felici con le persone che si amano. Ma è anche il luogo dove ritrovare la propria UNICITA’
Un luogo è uno spazio dotato di un carattere distintivo.
<< Un luogo, è uno spazio dotato di un carattere distintivo. Il luogo rappresenta quella parte di VERITA’ che appartiene all’architettura: esso è la manifestazione concreta dell’abitare dell’uomo, la cui identità dipende dall’appartenenza ai luoghi.>> C. Norberg-schulz “Genius loci”
Prendersi cura della casa diventa allora un prendersi cura di sé. E anche le dimensioni materiali, tecniche, funzionali, di abbellimento della casa diventano strumenti utili per modificare, in meglio, lo spazio vitale in cui abitare.
Compito dell’architetto quindi, non è solo quello di definire lo spazio della casa, ma riuscire a porre le premesse per cui uno spazio possa diventare un luogo, da abitare nel tempo, in modo continuato, e che diventerà “casa”.
Compito dell’architetto è Saper fare EMOZIONARE.
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